Lacrime di guarigione: perché piangere fa bene e ti rende forte

Bambina che piange

Lacrime di guarigione: perché piangere fa bene e ti rende forte

Le tue emozioni sono come una classe di studenti con le mani alzate, che aspettano di potersi esprimere, per dirti qualcosa di importante. Sono lì per essere ascoltate ed accolte. Alcune di queste servono per indicarti quelle parti di te che necessitano accettazione, amore incondizionato e guarigione. Negare a questi studenti di parlare non li farà andare via. Col tempo, se non ascoltati, diventeranno sempre più insistenti e sempre più rumorosi finché non decidi di lasciare loro lo spazio di essere visti ed accolti.

L’espressione è parte integrante dell’essere umano e del suo benessere.

È il vero antidoto alla depressione, ovvero “deprimere” le proprie emozioni e non sentire più niente. Ma non c’è nulla di peggio di non provare più nulla, né emozioni piacevoli né quelle meno piacevoli, ed essere completamente anestetizzati.

Piangere è espressione.

Ma purtroppo, siamo abituati sin da piccoli a sentire queste frasi: “dai, non piangere” o “smettila di piangere, tirati insieme”. Essere confrontati con questa durezza e queste frasi e comportamenti in reazione alla propria espressione emotiva, ci insegna nel tempo che le nostre emozioni non sono valide e l’espressione di esse dimostra debolezza, quindi meglio non mostrarle e negarle anche a noi stessi.

Ma diresti la stessa cosa a chi si mette a ridere? Chi ride è debole? Proprio come la risata è un’espressione e reazione emotiva, anche piangere è un’espressione e svolge una funzione ben precisa, perché nulla del nostro corpo miracoloso, di come funziona e di come è stato creato e strutturato, è lì per caso, o è un “difetto di fabbrica”.

È stato scoperto che le lacrime emotive sono diverse da quelle da irritazione (ad esempio quando le cipolle ti fanno piangere).

Trasportano fuori dal corpo il cortisolo che si è creato in risposta allo stress percepito e attivano il sistema parasimpatico, responsabile del rilassamento, della rigenerazione e della riparazione cellulare. Abbassano la pressione sanguigna, rallentano il battito cardiaco, e attivano la produzione di ossitocina ed endorfina (i due ormoni responsabili per la gioia e il senso di connessione). Anche il nervo vago, che collega il cervello a tutti gli organi del corpo, viene attivato, riportando così il corpo in uno stato rilassato, calmo e di conforto.

In sostanza, le lacrime emotive sono il modo per il tuo sistema nervoso di resettarsi, rimettendo in equilibrio il tuo stato interiore, e facendo pulizia emotiva e fisica di ogni cosa dannosa. Sono come onde che sciacquano via il dolore. Non sono una debolezza. Sono guarigione, sono un potente reset biologico, non solo una reazione emotiva.

In più, gli scienziati hanno scoperto anche che le lacrime emotive contengono molte più proteine rispetto a quelle da irritazione, e questa proprietà fa sì che scendano sul viso più lentamente, aumentando le probabilità di essere viste da qualcuno per sollecitare cura. Questo dimostra come, essendo animali sociali, il nostro corpo è letteralmente strutturato per stare in una comunità.

Quindi le lacrime emotive hanno anche una funzione di connessione, per segnalare agli altri la necessità di supporto. Un altro studio ha dimostrato che uomini a cui viene fatto annusare lacrime inodori di donne, sperimentano un abbassamento dei loro livelli di testosterone: il livello di “aggressività” nell’uomo si abbassa, lasciando più spazio ad empatia e volontà di provvedere aiuto.

Il professore del University College di Londra, Mister Trimble, afferma:

“Deve esserci stato un momento, a livello evolutivo, in cui la lacrima è diventata qualcosa in grado di suscitare automaticamente empatia e compassione nell’altro. La capacità di piangere per emozione, e di rispondere a questo, è una parte molto importante dell’essere umani.”

Per di più, ciò che non viene espresso, rimane dentro e nel tempo causa malattia, problemi di salute e sintomi inspiegabili.

Come dice Marisa Peer, psicoterapeuta pluripremiata e fondatrice del metodo Rapid Transformational Therapy, “tears that can’t find their expression, make other organs weep”. Le lacrime che non si esprimono, fanno poi “piangere” altri organi. Perché le emozioni non sono altro che, come dice la parola stessa, energia in movimento. Se a questa energia non viene dato spazio di muoversi attraverso di noi, rimane bloccata e crea problemi. Sono un po’ come le puzzette: meglio fuori, che trattenute dentro.

Uno studio condotto da uno psichiatra clinico in Germania, Cord Benecke, compara persone che non piangono con quelle che piangono. I risultati dimostrano che chi non piangeva, aveva tendenza a isolarsi, si sentiva meno connesso nelle proprie relazioni personali, e solitamente sperimentava più emozioni negative aggressive, come rabbia, ira, frustrazione e disgusto, rispetto a chi piangeva.

Non piangere è un meccanismo di difesa. Chi è arrabbiato ha un cuore ferito che ha deciso di chiudere dietro una gabbia per proteggerlo. Non è diverso dal comportamento di un cane che è stato maltrattato e che reagisce mordendo e abbaiando, mostrandosi feroce verso chi prova ad avvicinarsi. All’origine, c’è sempre dolore non espresso.

Piangere è purificazione e un rilascio, fa andare via il dolore e ti fa sentire meglio.

Non mi vergogno a dirvi che piango tanto, perché ho spesso trovato grande forza interiore e una chiarezza mentale incredibile proprio durante e dopo aver pianto. E piango tanto perché rido anche tanto. Voglio vivere una vita ricca di emozioni, sapendo che io sono come il cielo, e le mie emozioni sono come un arcobaleno in questo cielo.

Se uno vuole provare immensa gioia e felicità, e quindi vivere i veri “alti” nella vita con intensità, deve permettersi di sperimentare anche i momenti “bassi” con la stessa intensità. Più sei in grado di entrare con coraggio in contatto con le parti più oscure di te, più sei in grado di vedere la luce ovunque.

Trovo che ci sia immensa bellezza in una persona che piange, perché in quel momento sta dimostrando di avere un cuore, di essere sensibile, di essere mossa dalla vita.

Non c’è nulla di meglio di vedere, a mio avviso, un essere umano, essere umano (scusate il gioco di parole). Mia madre mi ha sempre detto che gli occhi che hanno pianto sono più belli, più lucidi e brillanti. E forse ce lo dimostra anche il film “L’amore non va in vacanza” dove la protagonista interpretata da Cameron Diaz, non riesce mai a piangere, nemmeno in momenti molto difficili. Alla fine del film, ci riesce, e si mette a celebrare questo avvenimento perché si rende conto che è finalmente riuscita ad accogliere l’amore e ad aprire il suo cuore.

Piangere non è debolezza.

È dimostrazione di estrema forza, perché hai il coraggio di sostenerti mentre attraversi un’emozione intensa e difficile da affrontare e, invece di reprimerla, non sentirla o non lasciarla fluire dentro di te, lasci andare il controllo, le permetti di esserci. C’è tanta forza in questo. Come c’è tanta forza nell’essere sensibile, perché dimostra che sei in grado di provare tutto in maniera molto profonda, di vivere appieno come essere umano.

Siamo esseri emotivi, le emozioni sono ciò che muovono l’essere umano in tutto quello che fa, comandano i nostri comportamenti, i nostri pensieri, il nostro essere, i nostri desideri. Perché in fondo, vogliamo solo essere felici. La felicità ha un significato diverso o associazione diversa per ciascuno di noi in base a ciò che ci manca, al nostro passato e ai nostri dolori, ma alla fine vogliamo tutti comunque la stessa cosa, e questa è un’emozione. E dimostrare anche agli altri come ti senti, esporre questa parte di noi stessi, richiede grande coraggio e forza.

Quindi pensare che piangere è per deboli è credere in una bugia che ci è stata insegnata da chi stava reprimendo le proprie emozioni. Le emozioni sono ciò che ci rende umani, mentre non provare emozioni o far finta di non provarle, è un meccanismo di protezione, qualcosa che quindi abbiamo imparato a fare, ma che non appartiene alla nostra vera natura. Non piangere mai è come aspettarsi che il mare non faccia rumore, o gli alberi non perdano le foglie.

Donna che piange con lacrime doro

Allora il mio incoraggiamento in questo momento è di piangere.

Perché provare emozioni è curativo. Perché esprimere è la cura a ogni malattia. Esprimi chi sei, esprimi come ti stai sentendo. Fatti commuovere dalla vita. Piangi per momenti difficili, piangi per le troppe risate. Piangi davanti ad un film. Come mai si pensa che piangere sia per deboli, quando valutiamo un film come ben fatto quando ci commuove e ci fa scendere una lacrima sul viso?

Incoraggio anche i miei clienti che fanno terapia con me a piangere. Quando la loro voce si rompe, quando scende quella lacrima, so che in quel momento stanno guarendo, in quel momento stanno finalmente dando spazio a quella emozione che non si sono permessi di ascoltare. Forse è l’ultima volta che dovranno mai piangere per la situazione che ha provocato il dolore, perché l’emozione è stata vista, accolta, ascoltata e rilasciata con le lacrime.

Ci innamoriamo delle persone che si commuovono dalla vita, che sono piene di emozioni, che sono sensibili e col cuore aperto, che piangono davanti ad un video stupido di un animale su Instagram, o davanti ad un film o ascoltando una canzone.

È ora di rilasciare l’idea e convinzione tramandata di generazione in generazione per millenni, che piangere è solo per le persone deboli o solo una cosa permessa alle donne.

Piangere è la prima cosa che facciamo quando veniamo al mondo, ed è una delle forme più primitive, meno capite, e più naturali che ci definiscono esseri umani. E solo chi è veramente forte è in grado di piangere.

Il mondo ha bisogno di più autenticità e di più persone che si permettono di sentire ed esprimere la propria sensibilità. Oggi più che mai.


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